Friends

"BUSINESS ETIQUETTE: LA VERA COMIUNICAZIONE EFFICACE SUL LAVORO". ARTICOLO DI ALBERTO PRESUTTI SU "TRADINGLIVESHOW"



Rubrica di Business Etiquette

(Ottobre 2012)

Il Bon Ton è la comunicazione efficace del benessere con gli altri.

Professionalmente, socialmente, convivialmente.

Però, la comunicazione oltre essere, di base, capacità di ascolto del nostro interlocutore, è anche modalità di ricezione dell’uso del paraverbale e del non verbale che faremo noi, consapevolmente o meno, mentre stiamo parlando.

Questo lo possiamo facilmente verificare raccontando una barzelletta. Perché c’è chi con la stessa barzelletta strappa grandi risate e chi solo dei sorrisi a fior di labbra?

Influirà, pertanto, nella nostra comunicazione, certo non nel caso della barzelletta, ma in quello di una trattativa di affari, il saperci porre, anche rispetto gli spazi che occupiamo in apporto ai presenti. Influirà il modo di occuparli. E, soprattutto, quanto spazio sottraiamo - con il nostro muoverci, spostare oggetti, indicare, gesticolare - agli altri presenti, con cui vorremmo fare business.

Coloro che conoscono i codici comportamentali propri delle situazioni formali, sanno bene che ogni minimo errore di comunicazione o protocollare, comporta una perdita di punteggio nel risultato finale.

Parlare troppo a voce alta, o troppo a voce bassa, usare termini scorretti, dare l’impressione di essere presuntuosi o tuttologi, dare le spalle a qualcuno non creando empatia, sono modi e maniere per non raggiungere l’obiettivo commerciale, e non solo, prefissatoci.

In Italia vi è una cultura del bello e del potere, che portano fuori strada chiunque vi si attenga grettamente.

E’, infatti, il monaco che rende l’abito sacro, e non l’abito a sacralizzare chi lo indossa. E il potere non è strafottenza e possibilità agevole di sottomettere l’altro da sé.

Per cui assorbire e seguire le regole del Bon Ton è indispensabile per quanto concerne l’essere appropriati all’occasione con il nostro abbigliamento.

Chi ha potere, poi, non lo sfoggia, come propaggine di una spada che minaccia e uccide il più debole.

Se abbiamo un azienda, investiamo sui nostri collaboratori, facendo in modo che chi risponde al telefono quale centralinista o segretaria, abbia una comunicazione dell’accoglienza positiva, divenendo il nostro primo “biglietto da visita”.

Ricordiamoci, che è lo stesso principio, del “colpo di fulmine” in amore, per cui il nostro potenziale cliente, deve percepire subito un “flash” che lo abbaglia.

Rimanere se stessi, con le proprie credenze, oggi significa non evolversi e bloccarsi, che se anche pare produrre un sentimento di pace interiore sul momento, sarà fragorosamente infranto dalla brutta figura che andremo a fare.

Da formatore, ritengo che oggi, o ci si forma o ci si ferma.

Sarà sempre, quindi, il nostro atteggiamento, a fare la differenza, già a partire dalle nostre credenze, perché è la mappa mentale dell’altro, che deve essere l’obiettivo della nostra comunicazione, ed entrarci, sarà tanto più facile quanto più saremo comunicatori ben educati, rispettosi, non invadenti, e non in ultimo, buoni ascoltatori.






"BUSINESS ETIQUETTE, BON TON, STILE IN RAPPORTO COI GIOVANI CHE ENTRANO IN AZIENDA". INTERVISTA AD UNA STAGISTA, EX STUDENTESSA DI ALBERTO PRESUTTI



Business Etiquette, Bon Ton, Stile
in rapporto coi giovani che entrano in azienda

Parla la dott.ssa Silvia Trampetti
 studentessa al Master in Comunicazione, Banche e Assicurazioni,
tenuto dall’Associazione Eraclito 2000
e oggi giovane stagista.

Silvia Trampetti è stata una mia studentessa e, mi piace interpellarla, 
per avere un suo parere su quanto Stile, Buona Educazione e Business Etiquette, 
l'abbiano aiutata nella vita sociale e professionale. 


Prima di frequentare la lezione sulla Business Etiquette del Maestro   Alberto Presutti al Master CBA di “Eraklito2000”, a Pisa, cosa conosceva  di questa disciplina?

Diciamo conoscevo “l’Etichetta” o meglio il “Bon Ton”, come si suol dire, a livello di insieme di norme convenzionali per avere i famosi “buoni” comportamenti che ci si aspetta da altre persone per risultare “educati” all’interno della società. Certo, la lezione del Maestro Presutti nel contesto quale quello del Master ne ha messo in luce aspetti importanti che, in prima battuta mi permetto di dire, avevo sottovalutato. È stato molto interessante quindi conoscere queste dinamiche e capire come queste possano fare la differenza e soprattutto possano dare quel taglio diplomatico, professionale e serio ai rapporti di lavoro.


Quanto ritiene utile, già per uno stagista, conoscere le regole ed i codici della Business Etiquette, e, una volta appresi, quanto le sono state giovevoli nella sua vita sociale e professionale?

Credo sia essenziale, importante e aggiungo doveroso, essere sensibili anche a questi aspetti, che per la maggioranza vengono ahimè presi sottogamba.
Eppure, mi permetto di dire, alla fine, che siamo stagisti, impiegati, manager, dirigenti, professori e chi più ne ha ne metta, credo non ci sia un vero limite nell’avere la giusta educazione nel giusto modo di porsi e sapersi rapportare.
Quando parliamo di questi argomenti secondo me parliamo di qualcosa che è veramente raro da riscontrare e devo riconoscere invece che è questo un qualcosa che va al di là della semplice, per quanto semplice si possa chiamare, cultura e preparazione accademico-professionale che si ha.


Secondo lei, le aziende dovrebbero investire nella formazione afferente al Bon Ton, Galateo e Business Etiquette o pensa che è una formazione che si può imparare esperienzialmente?

Per la mia opinione personale, a mancare nei contesti lavorativi sono proprio a volte i vecchi valori di cui oggi purtroppo pare se ne stiano perdendo le tracce. Mi riferisco a cortesia, buona educazione, modi gentili e soprattutto direi pazienza per sapersi porre sempre con la massima disponibilità e diplomazia.

Spesso al giorno d’oggi le persone vivono la propria vita con nervosismo, frenesia, si è sempre sommersi da mille impegni che alla fine della giornata non si sa nemmeno quanti se ne riusciranno a portare a termine. È come se tutti vivessero in una corsa incessante e poi inevitabilmente si finisce per scontrare.
Credo quindi che la Business Etiquette non rappresenti solo una soluzione a ciò ma un aiuto per superare in modo responsabile queste difficoltà di tutti i giorni e nello stesso tempo una chiave di successo strategica per intrattenere rapporti di lavoro di lunga durata nonchè tutta una serie di azioni che vanno a servizio della stessa azienda.


Ritiene che il Maestro Presutti, a lezione, abbia illustrato in modo efficace e proficuo, oltre che interessante, le regole della Business Etiquette?

Direi decisamente di si. Ha saputo dimostrare magistralmente l’importanza strategica di questa disciplina sapendo metterne in luce aspetti che per noi era importante conoscere per la nostra futura vita lavorativa; e poi credo che un po’ noi tutti presenti alla sua lezione ne abbiamo preso atto!





    

"A TAVOLA CON BON TON". ARTICOLO PER "ITALIACONVENTION:IT"




A tavola con Bon Ton
(9 Ottobre 2012)

Nessuno pensi di passare inosservato. A tavola riveliamo molto di noi. Una rinfrescata alle regole di base è un passaporto per pranzi e cene senza complessi.


1. Una (s)cena agghiacciante

Il Convegno è finito. Sono invitato alla cena in un bellissimo hotel, la regia della serata è molto curata.

Gli eleganti cavalieri mi fanno trovare il mio posto a un tavolo di persone che non conosco, già sedute. Qualcuno risponde al mio “Buonasera” e nessuno si presenta.

Inizio una conversazione con la mia vicina, una signora che mi pare a modo, ma abbiamo appena scambiato quattro parole che l’altro mio vicino allunga il braccio passandomi davanti, afferra una bottiglia d’acqua e si colma il bicchiere fino all’orlo.

Beve a garganella, mentre il gomito non si stacca dalla tavola.

Intanto servono gli antipasti. La mia vicina, che mi pareva così ammodino, sceglie lentamente e chirurgicamente dal vassoio i pezzi che le sembrano migliori, poi, finita la cernita, indica col coltello ad un'altra signora i pezzi di antipasto scelti e li commenta. Il coltello rotea nell'aria.

Non riesco a non notare, allibito, un altro commensale che mastica a bocca semi aperta, parlando.

Persone all'apparenza civili ed eleganti, eppure così maldestri a tavola. Di una malagrazia certo involontaria, tuttavia fastidiosa.


2. I fondamentali

Cibo e business vanno insieme da sempre, ma se aggiungiamo un po' di Buone maniere il mix sarà più gradevole. Perché nella convivialità, quando si abbassano le difese personali, le lacune di buona educazione emergono in tutta la loro evidenza e parlano (male) di noi.

Allora, perché non ripassare la grammatica dello stare a tavola?

Senza arrivare alle regole a volte incomprensibili dell'etichetta di corte, possiamo cominciare dicendo che il galateo non è nemico della cordialità ma fa da collante tra coloro che, lì, in quel momento, siedono alla stessa tavola, per creare una convivialità all’insegna dell'armonia, dell’empatia e del benessere reciproco. Poche regole di base che si possono riassumere in tre parole: compostezza, discrezione, gentilezza.

Prima di sedersi al tavolo si saluta il gruppo senza presentarsi, non essendo in un salotto dove la prentazione è invece d'obbligo.

Si accomoderanno a tavola per prime le signore, e il “là” per iniziare lo daranno gli anfitrioni quando tutti saranno stati serviti. “Buon appetito!” è un augurio poco elegante, ma se qualcuno lo dice è cortese rispondere “Grazie!”.

Nella conversazione, saper ascoltare mostrando interesse è la prima regola. Si devono rispettare le altrui opinioni, mai monopolizzare con interventi troppo lunghi, e non si parla di lavoro se non è proprio un pranzo di lavoro. Non si entrerà in argomenti intimi, né si parlerà di politica, religione, morte e malattie.

E’ vistosamente volgare appoggiare i gomiti sulla tavola, piegarsi verso il piatto, parlare con la bocca piena. E conversare a voce alta o con persone dei tavoli vicini.

Si sta seduti diritti, con i gomiti bassi vicini al busto, sul tavolo si appoggiano solo i polsi.


3. Si fa, non si fa

Non colmare il bicchiere né di acqua né di vino, ma solamente riempirlo per metà. Nettarsi le labbra prima di bere, per non lasciare disdicevoli segni opachi sul bordo del bicchiere, e dopo aver bevuto.

L'uomo verserà l’acqua o il vino, solo se richiesto, alle signore che lo affiancano, non ad altri commensali. La bottiglia si passerà di mano in mano senza farla “volare”.

Quando a servire le bevande è il cameriere, lasciate il bicchiere dov'è. Provvederà lui a versare senza alcun “aiuto” del commensale. Un gentile “grazie” al cameriere è un gesto cortese anche se non obbligatorio.

Il tovagliolo si spiegherà solo al momento che verrà servita la prima portata, e se vi sarà la necessità di alzarsi da tavola, si poserà sulla propria seduta.

Il cartoncino con il menu lo sistemeremo, leggermente aperto perché tenga l’equilibrio, nello spazio tra il piattino del pane, a sinistra, e i bicchieri a destra, in modo da poterlo consultare. Se è grande si stenderà sul tavolo, per non avere una barriera davanti.

Il pane si spezza (e non si taglia) sull’apposito piattino, per non sbriciolare sulla tovaglia.

Nei confronti del cibo si terrà un atteggiamento sobrio, né famelico né schizzinoso, e non si commenterà la qualità o la cottura. E' ineducato lasciare cibo nel piatto. Se non conoscete una certa pietanza è meglio non sceglierla o servirsene con moderazione.

Le posate non si brandiscono e il coltello non si porta alla bocca. Dinnanzi al piatto si troverà la posateria per il dessert, una forchetta in caso di crostate o torte “dure”, un cucchiaino in caso di creme o dolci ”molli”.


4. Regole semplici, per stare insieme in armonia

Se durante il pasto si desidera conversare, le posate dovranno essere appoggiate sul piatto con le punte vicine e i manici divaricati. Al termine, le posate si lasceranno in posizione ad ore 6, perpendicolarmente, una accanto all’altra, la lama del coltello verso l’interno.

Qualora il servizio sia a buffet, non è di buon gusto colmarsi il piatto per evitare un secondo “giro”, facendo la figura dell'ingordo accaparratore. Se vi alzate da tavola per un "rifornimento", non offritevi di "portare qualcosa" anche agli altri commensali. Questo gesto si può fare ed è gentile solamente nei riguardi la propria dama.

Il pesce bianco (spigole, orate, sogliole), se intero nel piatto, ogni commensale provvederà a pulirlo per conto proprio, partendo dalla testa e dalla coda. La pelle e le lische si rimuovono aiutandosi col coltello, mentre i bocconi si tagliano con la forchetta.

Formaggio: la forchetta si adopera esclusivamente per i formaggi molli.

La frutta sarà servita dopo il dessert e in genere, per le difficoltà di sbucciarla, sarà già pronta in porzioni o su vassoi.

Brutta ed imperdonabile abitudine, quella di assentarsi dalla tavola, tra una portata e l'altra, per recarsi a fumare fuori dalla sala. E' brutto anche "filarsela all'inglese" alla fine del pasto, senza salutare i commensali.

Come vedete le regole sono per lo più logiche e intuitive, alcune provengono dalla consuetudine, altre sono dettate dal buon senso e dal buon gusto, nessuna si impone senza un perché.

Questo è il Galateo di oggi, non un protocollo di formalità ma un abbecedario di comportamenti pratici per sapersi destreggiare con scioltezza, stare bene con gli altri e fare sempre un'ottima figura.









"A SCUOLA DI ETICHETTA E BON TON CON LEADERCHIC ACADEMY". ARTICOLO SU "BTBORESETTE.COM"


A scuola di etichetta e bon ton con LeaderChic Academy

(9 Ottobre 2012)

Stanchi di passare inosservati agli occhi dell’amministratore delegato? Indecisi sul look da indossare al meeting aziendale? Per affrontare al meglio la vita di relazione, sociale e professionale, ed esprimere quel carisma che sentiamo “battere in noi”, HR Italia, società di coaching & consulting che si occupa di consulenza e formazione per grandi aziende, singoli professionisti e privati che vogliono imparare a gestire al meglio il proprio potenziale, ha organizzato LeaderChic Academy, il primo master in business bon ton, global etiquette & elegance networking con la direzione didattica del maestro Alberto Presutti ( nella foto). LeaderChic Academy ha l’obiettivo di fornire ai partecipanti gli strumenti fondamentali per scegliere, in ogni situazione, il corretto canale di comunicazione, il giusto tono, i modi e le maniere più adatte. Mai come oggi, fare la differenza è indispensabile per affermare il proprio brand personale e professionale, per far parte di quel gruppo esclusivo di persone che sanno comportarsi in ogni frangente e contesto senza imbarazzi, per avere rapporti facilitati con tutti gli interlocutori, anche stranieri, e trarne vantaggi economici e di immagine sul lavoro e non solo. Il master, certificato, certificato inizia in novembre e terminerà nel marzo del 2013.



"STESSA SPIAGGIA, STESSO MARE, STESSA MANCANZA DI BON TON". ARTICOLO DI ALBERTO PRESUTTI PER LA RUBRICA DI BON TON SU "DEGUSTA"





Stessa spiaggia, stesso mare,
stessa mancanza di Bon Ton.

Non lasciare che il Bon Ton
affoghi, al mare.
Ricordarsi sempre che in spiaggia non siamo soli
E il vicino di ombrellone
Ha i nostri stessi diritti e doveri.


Mediterraneo, Ionio, Tirreno, Adriatico. In Italia vi è solo l’imbarazzo della scelta per le vacanze al mare. Ma nessun comune vacanziere può scegliere, invece, i propri vicini di ombrellone, con cui convivere l’intero periodo di ferie, breve o lungo che sia.

Basta un niente, all’ora di pranzo, per rovinare il relax. La parmigiana di melanzane del vicino. Una fragranza intensa che ricorda la città e l’aria di casa. Il vicino con i suoi famigliari che commenta ad alta voce la bontà della propria cucina e non manca di estrarre dal frigo portatile frutti dall’intenso odore che se si chiudessero gli occhi, e tutto tacesse intorno, sembrerebbe di vivere una vacanza in campagna. Ecco, il Bon Ton stigmatizza assolutamente questi comportamenti che violano le più comuni regole di rispetto altrui.

Se vicino di ombrellone ha riempito ogni spazio sabbioso intorno di residui del suo gozzovigliare, ricordiamogli con pazienza che quelli alimentari non debbono essere gettati in mare,e tutti gli altri non dovranno restare preda, a sera, del rastrello del bagnino.

Il Bon Ton ricorda come gli avanzi non sono cibo per i pesci e che esistono i cestoni dei rifiuti per ogni prodotto di scarto.

Anche se oramai gli stabilimenti balneari assomigliano sempre più a Luna Park, e sempre meno a tranquilli luoghi dove rilassarsi, ciò non toglie che nessuno può permettersi di tenere la radio o il mini stereo acceso a volume altissimo, esistono le cuffiette apposta.

Nonostante che in spiaggia sia spesso concesso ogni tipo di sport, il Bon Ton suggerisce di fare attenzione alla pericolosità dei palloni calciati con forza, che possono colpire bambini ed anziani. Quindi, se proprio non si può fare a meno di giocare a football, farlo in aree lontane dagli ombrelloni e dal frequente passaggio di bagnanti.

E tra le file di ombrelloni, poi, si aggirano venditori ambulanti e, addirittura, presunti fisioterapisti che propongono massaggi rigeneranti. Per il Bon Ton fare acquisti di provenienza non certa o, peggio, cloni di marche famose, è disonesto, come è masochistico mettersi a disposizione di massaggiatori fasulli.

Se un nugolo di bambini circonda l’ombrellone, chiassosi, evitare di strillargli addosso la rabbia del sonnellino interrotto, ma cercare di individuare i genitori delle piccole pesti, per chiarire, con educazione e calma, che bambini e cani, sulla spiaggia, si debbono tenere a bada, sorvegliando cosa fanno e dove vanno.

Infine, l’agognato bagno, non diventi la sagra dello spruzzo e la doccia la si effettui con prodotti biodegradabili come richiede il Bon Ton ecologico.

La vacanza non sia mai, specie al mare, una vacatio dalle Buone maniere, dal buon senso, dal buon gusto!

       

"AL BUFFET CON BON TON !!!". ARTICOLO DI ALBERTO PRESUTTI PER LA RUBRICA DI BON TON SU "POSTPOPULI.IT"



Rubrica di Bon Ton

AL BUFFET CON BON TON!!!
( 7 Ottobre 2012)

L’aperitivo, detto anche, oggi, “Happy Hour”, costituisce un piacevole momento d’incontro e di nuove conoscenze tanto che il buffet è divenuto, sempre più, punto di attrazione mondano e sociale, a principiare dai business networking fino ai vernissage nelle gallerie d’arte. Il cocktail citato in calce ai cartoncini di invito è ragione in più, spesso, per presenziare.

Il problema è che una volta che si apre il buffet, gli invitati all’evento, come uno sciame impazzito, si producono in un assalto inverecondo alle tartine, ai bignè, alle fette delle torte salate e dei dolci e, bevendo, anzi, taluni sbevazzando, senza ritegno alcuno, come nessuno di loro mai farebbe a casa propria o già di semplici conoscenti, danno spettacolo di Mal Ton!

L’educazione di ognuno degli invitati diviene pallido ricordo, così che taluni si piazzano davanti al tavolo del buffet, ancorandovisi e ingollandosi senza freno, altri sgomitano con forza per giungere nelle vicinanze di qualcosa di commestibile, magari infilando, a mò di serpente guizzante, il proprio braccio tra gomiti e ulne altrui.

La mancanza di Bon Ton si evidenzia dal fatto che, dall’apertura del buffet, tutti ignorino tutti, non esiste più amico o collega, solamente una fame che pare atavica, sotto lo sguardo rassegnato dei camerieri che disperatamente tentano di metter ordine e far fronte a tanta voracità.

Abbuffarsi, invece di mangiare. Rispettare gli altri, invece di prevaricarli. Riempirsi il piatto con poco, per dare a tutti la possibilità di scegliere e non doversi contentare del poco che resta nei vassoi. Bere con misura e non credersi all’osteria.

Il buffet, come un afrodisiaco, eccita un desiderio compulsivo che si traduce nella morte delle Buone maniere e del buon senso, e soprattutto, è irriverente un tale abbuffarsi per i tanti che muoiono davvero fame!




Twitter Delicious Facebook Digg Stumbleupon Favorites More