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GALATEO E BON TON IN PILLOLE


GALATEO E BON TON IN PILLOLE



Gli SMS si chiamano "short messages"
proprio perchè indicano che devono essere usati non per scrivere romanzi!




Il gel fa aria da "periferia".



Sbadigliare, in pubblico, senza pararsi con la mano la bocca è da cafoni!






BON TON COME COMFORT CULTURE


IL SUCCESSO DIPENDE DAL BENESSERE IN AZIENDA.
BON TON COME COMFORT CULTURE


Gli inglesi la chiamano comfort culture, l'attenzione alle Buone maniere, soprattutto nel freddo e cinico mondo aziendale, seguire le regole del Bon Ton, fanno fare la differenza tanto che top manager e leader aziendali riuscirebbero a ottenere migliori profitti instaurando nel loro ambiente di lavoro relazioni basate sulle regole dell'educazione e del rispetto reciproco.

Ecco gli errori di comunicazione più gravi, riferibili al Mal Ton aziendale:

> Atteggiamento di sussiego.
> Modi sprezzanti.
> La presuntuosa ed arrogante convinzione di sapere tutto specie per quanto concerne il Galateo, sfoggiando poi, pessime maniere a tavola.
> Inveterata convinzione che:
- "L'abito faccia il monaco".
- "Il più forte, vince" comunque e chiunque sia.
- "Tutti siano utili ma nessuno indispensabile".





BON TON, LIFE STYLE, SELFBRAND


FARE DI SE STESSI UN AUTENTICO BRAND


Gianni Agnelli. Luciano Benetteon. Giovanni Rana.
Bastano questi tre nomi che hanno rappresentato, di fatto, le loro aziende, avendo incarnato, con stile inimitabile, con eccelso Bon Ton, il proprio Brand aziendale tramite una comunicazione personale, unica, di classe.
Loro SONO l'azienda!
Fare la differenza, non è questione, di look, è questione di modi. Valorizzare, comunicare, evidenziare, se stessi, rappresentando il proprio "marchio".
Non c'è trucco che tenga, non c'è attore che supplisca, non c'è mago che illuda.
Il SelfBrand è concretezza, realtà, dati non discutibili, presentati secondo una comunicazione efficace che li rende appropriati!


PB Personal Branding
di Luigi Centenaro



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Guest Post: Bon Ton e Personal Branding


5 maggio 2011

Ho conosciuto Alberto Presutti ad un evento e ne sono rimasto immediatamente colpito.

Pur non conoscendo (inizialmente) la sua professione ho immediatamente notato i suoi eccellenti modi: quella bella sensazione di essere a proprio agio interagendo con lui.

Come spesso ripeto le buone emozioni sono il miglior modo per veicolare la nostra immagine. Grazie a lui ho scoperto che il Bon Ton è un ottimo modo per generale.

Alberto Presutti è maestro di Bon Ton e autore del manuale di buone maniere “Bentornato Galateo!” (Romano Editore). La sua pagina Facebook è particolarmente vivace.

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Bon Ton e Personal Branding

Delphine Seyrig, in un famoso film di Francois Truffaut, spiegava ad un giovane ed inesperto Jean-Pierre Léaud che esisteva una sensibile differenza tra Buone Maniere e Bon Ton:

«Se un uomo entra in una stanza da bagno e vede che c’è una signora nuda, esce subito e dice: . Questo è un uomo educato.

Ma se dice: quest’uomo ha Bon Ton!».

Il Bon Ton racchiude in sé stile, savoir faire, buon gusto, rispetto e soprattutto tatto e intelligenza!

Alcune Domande

Ci siamo mai chiesti come siamo percepiti all’esterno a causa del nostro comportamento?

Il Bon Ton serve davvero in certe occasioni formali?

E’ un modo per sentirsi a proprio agio in tutte le situazioni?

Sappiamo fare le presentazioni, conosciamo il Galateo della tavola e quindi siamo in grado di gestire senza imbarazzo, un pranzo di affari

E, se più normalmente, si sposa un collega di lavoro, come dobbiamo regolarci?

Domande diverse, delle centinaia che potremmo farci, ma a cui è fondamentale dare la risposta corretta, perché sbagliare non ci darà una seconda possibilità di rimediare.

Avremo perso “punti”, immagine, perché gli altri ci giudicano e parlano di noi; anche se ci fa comodo non pensarlo e auto-convincerci di essere i migliori o peggio, che non sono queste, le domande che contano.

Vantaggi per il Personal Branding

Un Personal Brand può avere grandi vantaggi dalla conoscenza del Bon Ton e della Business Etiquette, che diventano strumenti di comunicazione efficace di sé nel sociale e sul lavoro.

Eppure in Italia si continuano a distribuire i biglietti da visita da subito, da inizio incontro, e si ignora che all’estero, come in Giappone, i medesimi hanno valore di legittimazione personale più di un documento formale.

Il manager è spessissimo lasciato a se stesso, nel gestire la sua immagine, che essendo poi quella aziendale, è portata seco. Le buone competenze professionali si sciolgono come neve al sole, al primo errore di cerimoniale.

Skills come affidabilità, autorevolezza e serietà, verranno rafforzati solo da un immagine e da un comportamento ad esse congruenti.

Cura della persona, dell’abbigliamento e non del “look”, l’abito, infatti, non fa il monaco, dell’educazione, della comunicazione pertinente.

Pertanto iniziamo già col forgiarci al bello, all’arte, allo stile, visitando un Museo, per esempio, gli “ Uffizi” o i musei Vaticani!



L'ETICHETTA NON SEMPRE E' RISPETTATA. NEANCHE DAI REALI


BRITISH WEDDING ETIQUETTE 



Clikka su:


per leggere il mio articolo per "SI'larivistaperchisisposa" online

dal titolo: BRITISH WEDDING ETIQUETTE 

VIDEO PROMO DI ALBERTO PRESUTTI SU WWW.LEARNING-TV.COM


VIDEO PROMO DI ALBERTO PRESUTTI

"La Business Etiquette per un nuovo ambiente di lavoro"


Clikka qui:

www.youtube.com/watch?v=u6gYG2SDUxY&feature=player_embedded




BON TON DI UN MATRIMONIO REALE


A ROYAL WEDDING'S ETIQUETTE


Era attesissimo. L'ho vissuto e commentato dagli studi prima di SKY TG24 e poi da Rai UNO nell'arena de "Le Amiche del Sabato". Il "Royal Wedding" tra il principino William e Kate Middleton, ora Duca e Duchessa di Cambridge.
Un manuale di 22 pagine ne ha sancito il protocollo per gli invitati e per chi serviva ai banchetti e alle feste reali he ne sono conseguiti.

L'Etichetta come forma, come tradizione, come innovazione, gli aceri e i carpini lungo le navate di Westminster Abbey. Una sposa "commoner", per taluni commentatori solo una abilissima "arrampicatrice sociale", per taluni nobili, "una cafoncella", per noi italiani, una bella ragazza mora, molto decisa, che ha sposato un principe un po' timido e dall'aria dolce e sognatrice.

L'Etichetta come sostanza ha confermato il gusto eccentrico degli inglesi per i cappelli, addirittura "da passeggio" quello della Regina ome anche la sua borsetta. La sorella della sposa, raggiante, in un improbabile ma bellissimo abito bianco, seppur sbracciato. Le mise orrende delle figlie di Sarah Ferguson, esclusa per motivi di Etichetta come d'altronde, inutile negarlo, i nostri Savoia.
Un famoso calciatore con una moglie incinta che indossava un cappellino a mò di unicorno, talmente sceso sulla fronte da far temere cadesse e un abito tanto blu notte da parere nero. 
E l'unica "scappellata" la moglie del Premier Cameron, in un abito verde petrolio.

Infine un bacio, dal balcone di Buckingham Palace, ripetuto due volte, dagli sposini, e ambedue le volte con un principe che baciava a denti stretti, troppo emozionato o troppo stregato da questa "commoner" che la Regina Elisabetta, ha definito, tra il serio e lo speranzoso, "l'affidabile Kate".
Anche questa è Etichetta reale!












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