Friends

"LA NETIQUETTE". ARTICOLO DI ALBERTO PRESUTTI SU "REALITY"



n° 64

Rubrica di Bon Ton

La Netiquette


Esistono molte regole denominato “Netiquette” – parola che potremmo tradurre in "Galateo (Etiquette) della Rete (Net)" - che sono volte al rispetto reciproco degli utenti della Rete.

In Internet si può accedere come persone civili, o, purtroppo, anche comportandosi da predatori o vandali saccheggiando le tante risorse presenti, come scaricare illegalmente musica e film.

La Rete si caratterizza per la comunicazione facilitata dalla E-mail, e nasce, così, un Galateo della Posta elettronica, che prevede l’uso di testi sempre scritti in minuscolo in quanto l’uso del maiuscolo equivale a "gridare", per cui e' da evitare o, al massimo, da utilizzare nel titolo.

Sarà bene, poi, limitare la lunghezza del messaggio, dato la difficoltà di leggere testi molto estesi dallo schermo del computer e qualora si facciano delle battute umoristiche, sarà opportuno associarle a uno “smiley”, simbolo che rappresenta l’ironia, per non creare antipatici fraintendimenti di senso. Un consiglio la “Netiquette” lo presta: quello di rileggere sempre attentamente ciò che si è scritto, per rendersi conto del suo impatto sull’interlocutore a cui lo spediamo! Mai lasciarsi trascinare dall’impulsività o dalla rabbia!

Poiché vi sono figure di delinquenza sulla Rete, i cosiddetti “hacker”, che hanno la possibilità di intercettare la posta nel percorso tra mittente e destinatario, è sconsigliabile inviare nelle proprie E-mail riferimenti a numeri di carte di credito o password di accesso a siti, per esempio, bancari.

Per quanto concerne la frequentazione delle Chat, luoghi virtuali di conversazione tra utenti, è buona norma non presentarsi tramite nomignoli ambigui o di tipo offensivo o smaccatamente afferenti alla sfera sessuale.

Non si devono mai metter in atto forme di pubblicità commerciale o professionale di tipo invasivo della altrui privacy, quale lo “spamming”, perché non è piacevole trovarsi la casella di Posta elettronica completamente invasa da messaggi pubblicitari.

D’altronde con la nascita dei Social Network, volti attraverso connessioni chiamate “amicizia”, a mettere in contatto persone di ogni dove, che la “Netiquette” trova la sua fondamentale ragion d’essere, non potendosi consentire abusi nè di linguaggio né di stile.

Eppure, potendosi postare anche fotografie o filmati, sono sempre più frequenti cadute di gusto, mancanza di buon senso, volgari casi di esibizionismo, becera propaganda politica.

Ogni volta che ci sediamo davanti al computer e digitiamo sulla tastiera entriamo nella mappa del mondo altrui, per cui la “Netiquette” suggerisce di stabilire, innanzitutto, con sufficiente attendibilità chi ho davanti dall’altra parte dello schermo e modulare la comunicazione in armonia con questa determinazione, per favotrire la nascita di una “vera” amicizia e non un collegamento fine a se stesso.

 
 
 
 
 

"LE "PAROLE MAGICHE" DEL BON TON". ARTICOLO DI ALBERTO PRESUTTI PER LA RUBRICA DI BON TON SU "POSTPOPULI.IT"



Rubrica di Bon Ton e Galateo

LE "PAROLE MAGICHE" DEL BON TON 
(8 Luglio 2012)


In quanti sanno dire “per favore”, “grazie”, “prego”, “scusa”? È molto semplice, eppure pare veramente tanto difficile ai più.

L’educazione parte dalla famiglia, ma proprio in casa tutto sembra dovuto e saper chiedere, ringraziare, scusarsi, è considerato superfluo, quasi inutile. Purtroppo, proprio in famiglia, nasce quella che si chiama “L’Erba Voglio”.

La comunicazione dei propri bisogni non può avvenire, in nessun caso, per nessun motivo, con strafottenza ed egoismo.

Mentre invece, “per favore”, “grazie”, “prego”, “scusa” sono vere e proprie “parole magiche”, fondamentali e imprescindibili nell’alfabeto delle Buone Maniere in quanto apportatrici di rispetto, di gentilezza, e dunque, di educazione.

Parole che riescono ad aprire davvero “magicamente” tutte le porte, essendo in grado di salvare chiunque, da brutte figure e gaffes.

Come tutte le parole del Bon Ton non hanno né sesso né età, e soprattutto non appartengono a classi o a gerarchie, ma devono essere elargite non per sterile formalismo ma col sorriso sulle labbra, con generosità, sempre e comunque.

“Per favore”, “grazie”, “prego”, “scusa” sono parole che hanno in radice un carisma e una grazia: quelle del savoir vivre!

Chiedere e ringraziare si apparentano a quell’altra parola, “prego”, che ne è continuum logico e di Bon Ton.

D’altronde, oggigiorno, pochi sanno scusarsi, per cui si sgomita, si spintona, si risponde senza alcuna buona creanza, si pestano piedi con noncuranza, quasi che la pazienza altrui non fosse altro che la cavia di un esperimento di sopportazione.

Le regole del Bon Ton non sono nate per ingabbiare qualcuno in un formalismo fine a se stesso né per fornire comode scappatoie od opportunismi snobistici, ma esclusivamente per stabilire relazioni civili e armoniose sia in ambito sociale e mondano, sia in ambito conviviale, oltre che professionale.








"Sposarsi con Stile e Bon Ton, per un matrimonio indimenticabile!" A CURA DI ALBERTO PRESUTTI.



Sposarsi con Stile e Bon Ton,
per un matrimonio indimenticabile!



Non è affatto anacronistico parlare di Galateo del matrimonio nel 2012!

Un matrimonio può trovare la sua riuscita solo osservando le regole del Galateo nuziale, infatti, seguire le regole della tradizione faciliterà l’organizzazione della giornata più speciale della vita: perché si andrà sul sicuro nella scelta di ogni e più piccolo dettaglio che caratterizzerà la cerimonia e il banchetto che rappresenta la vera festa matrimoniale. Di seguito qualche consiglio di Galateo perchè sia, il vostro, un matrimonio indimenticabile e, quindi, evitare scivoloni e pessime figure con i vostri invitati!

Innanzitutto, la sposa, arrivi sì, come da tradizione, in ritardo, in Chiesa, ma si tratta di un massimo di 10 minuti e non di più. Fare aspettare gli ospiti anche 20 minuti, come spesso accade, è un’abitudine maleducatissima ma che purtroppo resiste ancora: tanto che si narra che un officiante abbia cominciato la celebrazione senza la sposa che aveva un ritardo (voluto) di più di 30 minuti!

La sposa, proprio perché si sta celebrando una cerimonia religiosa, non indossi scollature eccessive, né trasparenze né spacchi, niente di tutto questo può essere tollerato, anche in matrimoni con rito civile.

Il Galateo nuziale prevede che la sposa non indossi gioielli. Quel giorno tutta l’attenzione deve concentrarsi sulla fede nuziale e quindi, l’anello di fidanzamento deve rimanere a casa.

Qualora la sposa indossi i guanti, questi vanno tolti con stile e tranquillità, non appena arrivata all’altare, lasciandoli, con nonchalance, accanto al bouquet, che non deve essere tenuto in mano durante la messa, ma deve stare sull’inginocchiatoio.

E per lo sposo cosa consiglia il Galateo matrimoniale? Vietatissimo lo smoking che non è un abito da cerimonia ma sa sera, gli abiti a doppio petto e i gessati. Il colore grigio scuro, per l’abito dello sposo, risulta la scelta migliore.

Se la scelta cade sul tight, dovrà essere sempre abbottonato e sarà d’obbligo anche per il padre della sposa, dello sposo e per i testimoni. E’ un abito che va indossato esclusivamente se la cerimonia si svolge di mattina o non oltre le ore 18.

Anche per lo sposo sono vietati i gioielli, braccialetti, e si può tollerare solo l’anello di casato, se di nobile schiatta!

 
 
 
 

"IL PERFETTO INVITATO ALLE NOZZE". PER LA RUBRICA DI BON TON DI ALBERTO PRESUTTI SU "OUTSIDERNEWS.NET"



Rubrica di Bon Ton

Il perfetto invitato alle nozze

(25 Giugno 2012)


A tutti capita nella vita di essere invitati ad un matrimonio, ed è sempre grande, innanzitutto, la paura di sbagliare l’abbigliamento da adottare per l’occasione. 


A dire il vero non c’è più un rigoroso dress code come un tempo, ma è un piacere volersi sentire adeguati ed eleganti all’evento.


Per il molti vige, purtroppo, il “così fan tutti”, autorizzazione a venir meno alle regole del buon gusto e del Bon ton.

Comunque è assolutamente lecito chiedere indicazioni sull’abbigliamento, tenendo conto che un matrimonio che si svolge di giorno sarà di tono più formale che di uno officiato di sera.

Il galateo tradizionale vorrebbe calze per le signore con gonne fino al ginocchio, tacco basso e scarpe chiuse. Ma vediamo se c’è un modo per essere eleganti, anche senza schematizzarsi in regole d’antan.

Per gli uomini è facile scegliere: un abito scuro di buon taglio, cravatta in tono. Ovviamente guai ad indossare camicie fantasiose o cravatte dai colori squillanti.

Per le signore no al bianco che è il colore della sposa. No al nero total look, nemmeno di sera. No anche al rosso. Da evitare gli abiti lunghi fino ai piedi, e niente trasparenze. No assoluto ai tacchi a spillo. Di giorno vanno bene colori quali il pastello. La sera, tinte unite o fantasie delicate, scialli o coprispalle leggeri tono su tono. Mai indossare qualsiasi cosa che luccichi troppo, paillettes, scollature e schiene nude durante la cerimonia

Con queste regole è impossibile sbagliare!

Per quanto concerne le regole strettamente di Bon ton gli invitati devono ovviamente Arrivare alla cerimonia con un anticipo di almeno venti minuti, evitando di attendere l’arrivo della sposa sulla soglia della Chiesa o del Municipio, ma, sin da subito, ed ordinatamente, accomodarsi all’interno, dove non si produrranno né rumorose chiacchierate né in cori goliardi, specie in caso di ritardi.

Bon ton vuole che non si spediscano mazzi di fiori il giorno stesso delle nozze .Meglio anticipare al giorno prima o attendere il ritorno degli sposi dal viaggio di nozze.

Infine, l’invitato educato, capirà che dopo le nozze, la sposa è divenuta “la moglie di”, per cui si tratterrà dal prendersi le seppur amichevoli confidenze di un tempo, già al banchetto o subito dopo di esso, quando la festa dovrà svolgersi in modo rispettoso di tutti i presenti, bambini ed anziani compresi, e non scioccamente e, a volte, pericolosamente, folcloristico, sotto ogni aspetto.






"IL BON TON NON E' LA BUONA EDUCAZIONE!". ARTICOLO DI ALBERTO PRESUTTI PER LA RUBRICA DI BON TON SU "P5Web"


Rubrica Bon Ton

Il Bon Ton non è Buona Educazione!

(n° 3 - 2012)

In un famoso film di Francois Truffaut, una esperta Delphine Seyrig spiegava ad un giovane ed ingenuo Jean-Pierre Léaud che esisteva una profonda differenza tra Buona educazione e Bon Ton: «Se un uomo entra in una stanza da bagno e vede che c’è una signora nuda, esce subito dicendo: Questo è un uomo educato. Ma se dice: quest’uomo ha Bon Ton!».

E se il Bon Ton e la grazia del saper vivere e, quindi, la comunicazione efficace di se stessi agli altri, è pure il “biglietto da visita” che permette di capire chi siamo, che studi abbiamo seguito, da che famiglia proveniamo.

Il Bon Ton è un elemento di distinzione soprattutto nel settore MICE (Meetings, Conferences and Exhibitions).

In ogni azienda, quando si avrà a dover organizzare riunioni, convegni o eventi di medio/grandi dimensioni, che non possono essere strutturati lasciando tutto alla fatalità e alla buona volontà del momento, occorrerà che l’organizzazione abbia a fare riferimento ai protocolli e ai cerimoniali propri dell’Etichetta.

Potrà parer strano partire dal guardaroba, mai, però, alcun ospite dovrà esser costretto a tenere il suo soprabito sulle ginocchia o dietro la spalliera della propria sedia.

Una reception funzionale con un numero di hostess tale da non far creare code di attesa troppo lunghe e inevitabilmente nervose.

Le hostess devono dare il “buongiorno” ad ogni ospite che si presenta ed essere veloci, evitando uno stile burocratico e spocchioso. Ogni hostess dovrà essere munita di badge di riconoscimento con fotografia. Nessuna Hostess darà mai del “Tu” ad un ospite coetaneo, né risponderà col “Tu” a colui che, poco educatamente, le si rivolgerà confidenzialmente.

Le hostess non indicheranno mai alcunché sbracciandosi ma daranno sempre indicazioni di tipo “spaziale”.

Il visitatore, spesso, è accolto negli stand non come un possibile futuro cliente da trattare con riguardo ma come un seccatore da liquidare in fretta, specie se non appartiene alla categoria buyer ma solo seller o il suo look non è tale da qualificarlo come “importante”.

Raramente, si individuano dress code aziendali negli stand, divise che caratterizzino con stile il team che vi opera, dando così un imprinting aziendale.

Il personale di stand non deve mai stare seduto e ha il dovere di alzarsi all’entrata dei visitatori, per presentarsi con un sorriso non convenzionale ma propositivo e una cordiale stretta di mano, trattando tutti gli ospiti con riguardo e preservando così il Brand dell’azienda.







"IN VACANZA MAI SENZA BON TON". ARTICOLO DI ALBERTO PRESUTTI PER LA RUBRICA DI "BON TON E GALATEO" SU "POSTPOPULI.IT"




Rubrica di Bon Ton e Galateo

IL BON TON NON VA MAI IN VACANZA

(10 Giugno 2012)


Almeno nei pensieri, ma tra non molto di fatto, stanno giungendo le agognate ferie che vanno certo godute all’insegna del relax, ma è bene ricordarci che non costituiscono una “vacatio” dalle Buone maniere, dall’educazione, consentendoci qualsivoglia aberrazione all’insegna del “finalmente posso fare quello che voglio!”.

Se c’è un errore da evitare, infatti, è il ritenere che in vacanza si sia liberi e che niente e nessuno possano imporci restrizioni di comportamento.

Niente di più sbagliato!

Mai abbia il sopravvento la mancanza di rispetto nei confronti di tutti coloro che condividono con noi spiagge o alpeggi, alberghi o località turistiche.

Innanzitutto, evitiamo di unirci a gruppi non omogenei alle nostre abitudini o non adatti ai nostri gusti ed interessi.

Se condividiamo un viaggio organizzato, dimostriamo sempre puntualità e con pazienza alle regole dettate dall’agenzia che lo gestisce.

Il Bon Ton, in albergo, ci suggerisce di salutare sempre chiunque incontriamo nei corridoi o in sala da pranzo, dove ci presenteremo ben vestiti e mai in costume da bagno!

Qualora ospiti in casa di amici, mai ci permetteremo di dettare l’agenda delle vacanze adattandoci alle loro consuetudini con spirito collaborativi e allegro.

Al mare ricordiamoci che è vigente una “Beach Etiquette”, un Bon Ton da spiaggia, che ci spiega come questa sia un luogo pubblico dove vigono riservatezza e discrezione

Sulla battigia sono banditi racchettoni e freesbee sia giocare al “beach soccer” mentre sarà bene di munirci di cuffiette per l’ascolto della musica preferita.

E se all’ora di pranzo ci piacerà rimanere in spiaggia, non portiamoci appresso contenitori colmi di lasagne, rosticciana e insalatone. E’ veramente “cafonal”!. Prediligiamo invece frutta fresca non profumata.

Infine, invitati ad una gita in barca, mai ci interferiremo, neanche fossimo “lupi di mare”, nelle decisioni del comandante.

 
 
 
 
 

"Bon Ton e trattative commerciali". Per la Rubrica di "BUSINESS ETIQUETTE" di Alberto Presutti su "TRADING LIVE SHOW"




Rubrica "Non si dice piacere"

(n° 10 - Maggio/ Giugno 2012)

Saper portare a termine una trattativa commerciale e farlo in modo efficace non è così semplice come pare. E senza aver nozioni di Bon Ton e Business Etiquette, sicuramente, è difficile.

Se una trattativa è l’incontro di più soggetti determinati a giungere ad un accordo tramite una conversazione orientata al business.

In sostanza la trattativa è una negoziazione che deve essere improntata ai canoni propri dell’Etichetta, altrimenti l’affare si concluderà male, in specie se gli interlocutor sono stranieri e niente o poco si conosce di Global Etiquette.

Pertanto una corretta trattativa si svilupperà seguendo tre cardini:

- Educazione.

- Rispetto delle altrui posizioni (cioè rispetto della “mappa mentale” altrui).

- Buon senso.

Ma non basterà se non si ha:

- Un prodotto “giusto” e, quindi, vendibile, di cui si conoscono qualità e difetti.

Occorrerà, dunque, avere:

- Uno stile di comunicazione che sia cordiale ma fermo, calmo ma breve, attento alla grammatica come privo di perifrasi e parentesi.

- La capacità di ascoltare l’altro, che è il vero perno della comunicazione e dell’educazione.

Quest’ultimo punto è fondamentale. Solo ascoltando si potrà conoscere le posizioni e la mentalità dell’interlocutore, il suo modo di approcciarsi a i problemi e aver cura di risolverli.

Guai a interrompere con mille domande, guai a mostrarsi impazienti di riprendere la parola, guai a non ascoltare con attenzione.

Il cosiddetto “silenzio attivo” trasmette l’essenza della comunicazione: l’empatia.

L’interlocutore deve essere “rassicurato” che lo si sta seguendo e si comprende il suo punto di vista.

E procedendo con le domande, che si devono porre al momento opportuno, si evitano quelle cosiddette “chiuse” per dare la precedenza alle ”aperte”,cioè quelle che presuppongono spiegazioni e aiutano a comprendere il mondo di colui che abbiamo davanti.








Twitter Delicious Facebook Digg Stumbleupon Favorites More